Williams Kate - 2012 - Il piacere degli uomini by Williams Kate

Williams Kate - 2012 - Il piacere degli uomini by Williams Kate

autore:Williams Kate [Williams Kate]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788804643852
Google: S973IxxbrZ0C
Amazon: 8804643854
editore: Mondadori
pubblicato: 2012-08-27T22:00:00+00:00


15

FAMIGLIA

Dall'età di cinque anni facevo sogni terribili. Vedevo mostri che volavano, draghi che mi strappavano l'anima. Mi svegliavo con il viso bagnato di lacrime, non sapendo se fossi viva o morta. Di notte urlavo, e quasi ogni mattina i miei genitori mi trovavano in un angolo della casa o sulla soglia della mia camera. Non ricordavo di essermi alzata e avere camminato. Mi portarono dai medici. Seduta in stanze rivestite di pannelli di legno, sentivo sulla testa e sugli occhi le mani di uomini vecchi, guardavo figure e tavole colorate, rispondevo alle domande. Mi davano raccomandazioni contrastanti: non mangiare prima di andare a letto, prendi qualcosa di leggero prima di coricarti, alzati di buon'ora, dormi di giorno, tieni aperte la tenda e la finestra, chiudi la finestra. Mi prescrivevano pillole rosa, azzurre, gialle, sciroppi color giallo chiaro o marrone, unguenti da sfregarmi sul petto.

Sono arrivata a credermi due persone diverse. Di giorno, ero una ragazza come le altre: uscivo con la governante, studiavo, mangiavo con mio fratello nella stanza dei bambini, partecipavo alle festicciole, andavo a lezione di ballo. Di notte, era un inferno: nella mia mente si affollavano immagini di sangue, cadaveri, animali imbizzarriti. Nel propinarmi le pillole e farmi raccomandazioni varie, quasi tutti i medici dicevano la stessa cosa: "Crescendo, guarirà".

Col passare degli anni, i sogni diventarono più terrificanti. Ai mostri e ai draghi si aggiunsero propositi di vendetta. Ero aggressiva con tutti: con la governante, con l'uomo che nel parco mi aveva dato uno spintone passandomi vicino, con la bambina che a una festicciola aveva preso il pezzo di torta destinato a me. Morivano tutti per mano mia.

La prima volta che sognai i miei genitori fu dopo che la mamma mi aveva detto di mangiare tutta la verdura che avevo nel piatto, e mio padre si era lamentato delle impronte di fango lasciate dagli stivali nell'atrio di casa. Quella notte, le scene furono tutte di odio. Presi un mostro, lo spinsi nella camera dei miei genitori e con una sedia bloccai la porta mentre loro, urlando, la tempestavano di colpi per scappare. Aprii soltanto quando da dentro non venne più alcun rumore e accarezzai il mostro guardando i corpi straziati.

Cominciai a immaginarmi di annientarli. Prendevo un coltello dalla cucina e affondavo la lama nel cuore di mio padre. Mia madre strillava e pugnalavo anche lei. Non potevo certo raccontare questi sogni ai medici. Mentendo, dicevo che gli incubi erano spariti, e col tempo finsi di essermi lasciata alle spalle i miei terrori.

In una notte di luglio particolarmente calda, feci un altro sogno. Mi rotolavo in preda alla sofferenza Cadevo e urlavo, impaurita, e poi mio fratello urlava dietro di me. Io lo afferravo, gli davo uno spintone e lui precipitava. Mi tendeva una mano, io mi ritraevo e lo lasciavo cadere.

Mi svegliai: non ero nella mia cameretta, ma in quella di mio fratello, e tenevo un cuscino sollevato sopra di lui, pronta a tappargli la bocca con una mano. Era sveglio e mi fissava. La porta si spalancò di botto.



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